Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.
Ora in diverse aziende i miei programmatori
lascian i vecchi monitor e vanno verso il nuovo lavorare:
scendono dal Moscal selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han sudato profondamente in trasferte
milanesi, che sapor di Sabatino
rimanga ne’ palati esuli a conforto,
che lungo illuda la lor fame atavica in via.
Rinnovato hanno la voglia di cambiare.
Ora noi brancoliamo senza pastor a guida
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.
Ah perché non son io co’ miei programmatori?
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